04.nov.2013

a Charlie

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    Ho comprato un film, l'ho guardato e mi ha sconvolta.
    Ho comprato quella raccolta di lettere, l'ho letta e mi ha sconvolta.
    Un libro è fatto per essere condiviso, perciò credo sia davvero stupido che io mi senta così. Come se avessi violtato te in ogni luogo della tua mente, prima che del tuo corpo. Perchè quelle frasi parlano della mente di un ragazzo adolescente che non capisce dove è sbagliato e la cosa assurda è che potrebbe essere uno qualsiasi di noi.
    Forse parla anche di me.
    Sicuramente parla anche di me.
    Per me non esisterà un "Caro amico", come lo definisci tu, senza nome e senza storia, con il presupposto che quell'amico sia una persona buona, per me ci sarà "Caro Charlie". Perchè so che tu sei una persona buona. Sei sbagliato, forse rotto, sicuramente diverso, ma sei buono. E fai ogni cosa per far felici tutti gli altri, fino a capire che non si può solo pensare agli altri, ma che bisogna agire e volersi bene. Essere se stessi, onesti sempre. Vivere nel rispetto delle persone, per quanto possano essere diverse e folli e riuscire ad avere una parola di conforto per tutti, senza annullarsi.
    Comprendi di aver letto un buon libro quando, alla fine della lettura, chiudi la copertina e capisci di aver perso un buon amico.
    Alla fine della storia, però, nel secondo quarto di copertina, c'è scritto chiaramente che questa è "una storia vera". La storia vera di un adolescente con il sapore dolceamaro. E allora capisci molte più cose.
    E lo sai che non hai perso niente, perchè quella persona è esistita, oppure esiste.
    Vive, pensa, soffre, proprio come stai facendo tu ora. Che condividete un cammino lungo e sconfinato, senza che quello si incontri mai, con le stesse paure e le storie diverse.
    Ha pensato di togliere ogni sofferenza ai suoi amici, proprio come tu hai fatto. Perchè, è chiaro, tutti noi lo facciamo.
    E lo ha fatto fino a quando è riuscito a negare se stesso, proprio come facciamo tutti.
    E come facciamo tutti ha fatto un casino.
    E allo stesso modo, dal casino è rinato, costruendosi di nuovo.
    Un ciclo perfetto.
    Vivere, credere, aspettare, distruggere, soffrire, morire e rinascere.
    Ciò che spaventa di quel mondo, di quella persona è l'estrema voglia di non voler far male a nessuno, quella purezza che continua ad ostentare in ogni pagina del libro, seppur nei momenti di peggior cinismo. E' che lascia il segno.
    Tutto riassunto in una battuta:

    "<< Ti odio >>
    Ha usato un tono diverso da quello che ha usato con mio padre. Adesso diceva sul serio.
    << Io ti voglio bene >>
    Non sono riuscito a rispondere nient'altro.
    << Tu sei strano, lo sai? Lo sei sempre stato. Lo dicono tutti. Fin da quando eri piccolo >>
    << Sto cercando di non esserlo. >>
    A quel punto, mi sono girato e sono andato nella mia stanza, ho chiuso la porta e ho messo la testa sotto il cuscino: ho lasciato che il silenzio rimettesse ogni casa al suo posto."

    Non so cosa mi abbia segnato di queste parole. Per assurdo, potrebbe anche essere il tono in cui le ho lette.
    Ma non posso fare a meno di vederla, quella scena, lui in piedi e la sorella seduta carica di odio. Lui che si chiede perchè tutto era nato da una confidenza, cosa c'era di sbagliato a parlare di cose che non si possono capire da sole, se è giusto tenersi tutto dentro e sentirsi morire oppure se è meglio parlare e rischiare.
    E se chiudo gli occhi rivedo la stessa scena, un milione di volte.
    Solo che al centro ci sono io. E non importa chi è seduto o chi è in piedi, importa solo il loro sguardo. L'odio e l'astio.
    E importa, ma questa volta a me soltanto, che ho reagito nel modo sbagliato, così come ho sempre visto fare.
    Non mi interessa il loro dolore, non mi interessa il loro astio dopo, conta solo che ho reagito.
    Male. Vedendo nero. Con rabbia. Decisamente troppa rabbia. Manesca e sboccata.
    Ma era la mia unica via.
    E non posso fare a meno di pensare a quelle volte in cui ho esagerato e ho combinato un casino, perchè non ero solo una ragazza da parete, ma ero anche quella da poter prendere di mira e allora pensavo che non potevo soffocare me stessa così tanto, che non potevo sentirmi niente. E agivo.
    Non ho mai avuto l'abitudine di scrivere a qualcuno, ma se dovessi farlo, lo farei a te.
    Perciò grazie. Di tutto.
    Sempre con affetto, Yaxley.
     
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    Qui e ora noi siamo vivi e, giuro che siamo infinito - Last Letter

    I don't know if I will have the time to write anymore letters
    because I might be too busy trying to participate.
    So if this does end up being the last letter,
    I just want you to know that I was in a bad place before I started high school
    and you helped me.

    Even if you didn't know what I was talking about
    or know someone who's gone through it.
    You made me not feel alone.

    Because I know there are people who say all these things don't happen.
    And there are people who forget what it's like to be sixteen when they turn seventeen.
    And know these will all be stories someday
    and our pictures will become old photographs
    and we'll all become somebody's mom or dad.
    But right now these moments are not stories.

    This is happening.
    I am here and I am looking at her
    and she is so beautiful.
    I can see it.
    This one moment when you know you're not a sad story,
    you are alive.
    And you stand up and see the lights on buildings
    and everything that makes you wonder,
    when you were listening to that song
    on that drive with the people you love most in this world.

    And in this moment, I swear, we are infinite.



    Caro amico, non so se avrò tempo di scrivere altre lettere perché forse sarò troppo impegnato a cercare di partecipare, quindi se questa dovesse essere l'ultima lettera voglio che tu sappia che non stavo per niente bene prima di cominciare il liceo e tu mi hai aiutato. Anche se non sapevi di cosa parlavo o non conoscevi nessuno che aveva questi problemi, non mi hai fatto sentire solo. Perché io so che ci sono persone che dicono che queste cose non esistono, perché ci sono persone che quando compiono diciassette anni dimenticano com'è averne sedici, so che queste un giorno diventeranno delle storie e le immagini saranno solo delle vecchie fotografie e noi diventeremo la madre ed il padre di qualcuno... Ma qui, adesso, questi momenti non sono storie, questo sta succedendo, io sono qui, e sto guardando lei, ed è bellissima. Ora lo vedo, il momento in cui sai di non essere una storia triste, sei vivo. E ti alzi in piedi, e vedi le luci sui palazzi e tutto ciò che ti fa sentire vivo e senti quella canzone su quella strada con le persone a cui vuoi più bene al mondo e in questo momento, te lo giuro, noi siamo infinito.
     
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  3. Jeremiah Warrington
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